Content is the king. Il contenuto è il re. Questo è un motto del Web Marketing ed è vero. Il contenuto può essere prodotto in diverse forme ma il testo scritto resta uno dei più efficaci anche a livello di ottimizzazione per i motori di ricerca. I benefici SEO che dà un buon copywriting sono infatti notevoli. Ovviamente non basta un testo scritto in un certo modo per risalire la SERP (pagina dei risultati del motore di ricerca), ma il suo contributo non è indifferente. Vediamo perché.
Per spiegare come funzionano i motori di ricerca non basterebbe una giornata intera e in realtà nessuno, per quanto esperto sia, conosce alla perfezione i meccanismi interni di funzionamento di Google e colleghi. Tuttavia, si può spiegare in poche righe il concetto di base: una volta andata online una pagina, il motore dovrebbe analizzarla e inserirla in un proprio indice; quando un utente fa una ricerca, il motore controlla quali pagine indicizzate potrebbero rispondere meglio alla richiesta dell’utente e le mostra tra i risultati di ricerca in un certo ordine.
Semplificando al massimo, questo è il modo in cui funzionano i motori di ricerca. Ma come decidono quali pagine meritano di comparire tra i primi risultati? Google fa un ragionamento ben preciso: l’utente deve essere soddisfatto della pagina web che i risultati di ricerca hanno proposto. La pagina non deve essere lenta ad aprirsi, non devono esserci troppi elementi di disturbo che rovinano l’esperienza di lettura e il contenuto deve essere di valore per l’utente. Ed ecco che torna il concetto “The content is the king” e iniziamo a capire meglio il contributo del copywriter che ha scritto il contenuto (sia questo un articolo, una descrizione di prodotto, un’infografica o un video).
Vediamo meglio il punto di vista di Google, il motore di ricerca per eccellenza (almeno in Italia). L’azienda di Mountain View punta molto sul concetto di qualità della pagina che si basa su diversi criteri, anche tecnici, ma soprattutto sul contenuto. Vediamo allora il concetto di Beneficial Purpose, cioè di scopo benefico di una pagina, che nulla ha a che vedere con la beneficenza in senso stretto. Una pagina web deve essere utile per l’utente che la visita, deve arricchirlo. Il contenuto non deve ferirlo o lucrare sull’utente senza dargli alcun beneficio. Ogni pagina deve avere uno scopo principale e questo deve essere al servizio dell’utente. Chi si occupa delle strategie di marketing di un sito deve pensare allo scopo dei contenuti ma è il copywriter a dover comunicare in maniera efficace e non equivoca questi obiettivi, fornendo all’utente quello che cerca in modo chiaro ed esaustivo. Il vantaggio da offrire all’utente non è per forza una risorsa gratuita o qualche dono, è anche il saper rispondere ai suoi dubbi e al suo bisogno di informazioni. Un buon testo, scritto in modo competente, può anche avere l’obiettivo di soddisfare i bisogni informativi dell’utente; non è sempre coinvolto un tentativo promozionale o di vendita. Il Beneficial Purpose non è l’unico criterio ma è uno di quelli in cui il copywriter può dare un contributo significativo.
Dal rilascio dell’algoritmo “Panda” nel 2012, Google si è sempre più impegnato nella lotta ai contenuti di bassa qualità, tra cui figurano anche quelli privi di Beneficial Purpose, ma non solo. Per esempio:
testi troppo brevi per essere esaustivi (non corti in senso assoluto perché a volte bastano poche righe per comunicare quello che si deve);
testi con ripetizioni eccessive di parole chiave, cioè il cosiddetto “keyword stuffing” (un buon copy sa dosare le parole chiave e variarle in base alle intenzioni di ricerca correlate);
testi scritti in modo non corretto (errori grammaticali, frasi difficili da comprendere o mal formate);
testi con frasi molto lunghe e contorte (meglio preferire una scrittura semplice e lineare, più facilmente comprensibile);
testi copiati da altre fonti in toto o in parte (i contenuti duplicati sono fortemente mal visti perché non portano valore aggiunto);
testi formattati in modo da risultare ostici da leggere su schermo (paragrafi titolati, elenchi puntati e grassetti facilitano di molto la lettura);
testi che non citano le fonti utilizzate e che non invitano gli utenti ad approfondire (sullo stesso sito o su uno esterno);
contenuti che non si concentrano su un argomento e non comunicano in modo chiaro di cosa si stia parlando.
Tutti i punti elencati sono responsabilità di colui che scrive i testi, perciò un buon copywriter non crea solo bei testi, ma contenuti con uno scopo ben dichiarato, approfonditi e facili da leggere. Un buon lavoro di Copywriting, dunque, porta numerosi vantaggi SEO e un sito non può prescindere dal produrre contenuti di valore per l’utente, qualunque sia l’obiettivo dell’attività.
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https://searchengineland.com/high-quality-content-tips-googles-style-guide-282540
https://support.google.com/webmasters/answer/40349?hl=en
https://www.semrush.com/blog/eat-and-ymyl-new-google-search-guidelines-acronyms-of-quality-content/